Born in Tuscany, Orazio Gentileschi was the son of the Florentine goldsmith, Giovanni Battista di Bartolomeo Lomi. He was proud of his father’s origins and must have visited Florence before moving to Rome around 1576–8. He began his career intending to follow his father’s profession but turned to painting in his twenties. Like many artists then working in Rome, he began to absorb the lessons of Caravaggio’s powerful realism. This is most notable in his treatment of hands, feet and faces. Gentileschi knew Caravaggio well, and in 1603 his fellow painter and rival Giovanni Baglione famously sued them both for libel.
In The Mocking of Christ, the soldiers have already placed the crown of thorns on Christ’s head, dressed him in a scarlet robe and placed a plain reed in his hand as a faux sceptre; gestures that mock his status as King of the Jews. Christ was then beaten and whipped before being led to Golgotha and his crucifixion. Gentileschi has intensely captured the brutality of this scene by superbly conveying the corporeal for the viewer. His approach borders on the hyperreal, especially in the colour and texture of the blood trickling from Christ’s head and how a thumb is convincingly pressed into his cheek. Christ’s flesh seems tangible and his expression so poignant and resigned that the viewer cannot help but sense his very human pain and despair. Gentileschi has also tailored the scene for a contemporary audience by dressing the well-groomed soldiers in modern clothes rather than Roman uniforms. They look like two well-paid seventeenth century street thugs who relish their role as torturers. They are rendered with a convincingly earthy naturalism; their faces have the quality of closely observed portraits and exude character.
There is a stark variance between the darkly lit plain background and the brighter light cast on the figures which focuses the viewer’s attention on the narrative of this tragedy. The light comes from a single source as if the viewer has just stumbled across the group in real life. This light is angled from the top right which allows Gentileschi to highlight the anguish in Christ’s face. The drama is reinforced by how the protagonists are placed in a row in the minimalist setting with few visual distractions.
One of the distinguishing characteristics of the Baroque period and Counter-Reformation art in general was its increasing internationalism. Many artists travelled widely throughout Europe, attracted by Courtly and private patronage. Around 1609, Gentileschi was working on the mosaic decoration of the main dome of St Peter’s, Rome. By 1623 he was in Genoa in the employ of the Duke of Savoy, Charles-Emanuel I and in 1626 he worked for Marie de’ Medici in Paris. In November of that year he moved to London, where he was patronised by Charles I and his Catholic queen, Henrietta Maria of France, daughter of his former patron Marie de’ Medici. It is most likely that The Mocking of Christ was painted in Genoa or England where Gentileschi spent the last thirteen years of his life before passing away in London in 1639.
Ted Gott, Senior Curator, International Art, National Gallery of Victoria
Nato in Toscana, Orazio Gentileschi era figlio dell’orafo fiorentino Giovanni Battista di Bartolomeo Lomi. Orazio era orgoglioso delle origini paterne e deve aver visitato Firenze prima di trasferirsi a Roma verso il 1576–8. Cominciò la sua carriera con l’intenzione di seguire la professione del padre, ma a poco più di vent’anni si dedicò alla pittura. Come molti artisti che allora lavoravano a Roma, iniziò ad assorbire la lezione del potente realismo di Caravaggio. Questo fatto è particolarmente evidente nel modo in cui dipinge le mani, i piedi e i volti. Gentileschi conosceva bene Caravaggio e nel 1603 il suo collega e rivale Giovanni Baglione li denunciò entrambi per diffamazione.
In Il Cristo deriso, i soldati hanno già posto la corona di spine sul capo di Cristo, lo hanno vestito con una veste scarlatta e gli hanno messo in mano una semplice canna come finto scettro; gesti che deridono il suo ruolo di Re dei Giudei. Cristo fu poi picchiato e frustato prima di essere condotto al Golgota e alla sua crocifissione. Gentileschi ha catturato intensamente la brutalità di questa scena trasmettendo in modo superbo la corporeità allo spettatore. Il suo approccio rasenta l’iperrealtà, soprattutto nel colore e nella consistenza del sangue che sgorga dalla testa di Cristo e nel modo in cui un pollice viene premuto in modo convincente sulla sua guancia. La carne di Cristo sembra tangibile e la sua espressione è così struggente e rassegnata che lo spettatore non può fare a meno di percepire il suo umanissimo dolore e la sua disperazione. Gentileschi ha anche adattato la scena per un pubblico contemporaneo, vestendo i soldati in maniera curata e con abiti moderni anziché con uniformi romane. I soldati sembrano due delinquenti di strada ben pagati del XVII secolo che gradiscono il loro ruolo di torturatori. Sono resi con un naturalismo convincente e naturale; i loro volti hanno la qualità di ritratti osservati da vicino e trasudano carattere.
C’è una netta differenza tra lo sfondo piatto illuminato di scuro e la luce più intensa proiettata sulle figure, che focalizza l’attenzione dello spettatore sulla narrazione di questa tragedia. La luce proviene da un’unica fonte, come se lo spettatore si fosse appena imbattuto nel gruppo nella vita reale. Questa luce è angolata dall’alto a destra e permette a Gentileschi di evidenziare l’angoscia presente sul volto di Cristo. La drammaticità è rafforzata dal fatto che i protagonisti sono disposti in fila in un ambiente minimalista con poche distrazioni visive.
Una delle caratteristiche distintive del periodo barocco e dell’arte della Controriforma in generale fu il suo crescente internazionalismo. Molti artisti viaggiarono molto in Europa, attratti dal mecenatismo di corte e da quello privato. Intorno al 1609, Gentileschi stava lavorando alla decorazione musiva della cupola principale di San Pietro, a Roma. Nel 1623 si trovava a Genova alle dipendenze del duca di Savoia Carlo Emanuele I e nel 1626 lavorava invece per Maria de’ Medici a Parigi. Nel novembre dello stesso anno si trasferì a Londra, dove fu patrocinato da Carlo I e dalla sua regina cattolica, Henrietta Maria di Francia, figlia della sua precedente mecenate Maria de’ Medici. È molto probabile che Il Cristo deriso sia stato dipinto a Genova o in Inghilterra, dove Gentileschi trascorse gli ultimi tredici anni della sua vita prima di morire a Londra nel 1639.
Ted Gott, curatore senior, Arte internazionale, National Gallery of Victoria
Orazio GENTILESCHI
The Mocking of Christ (1628-1635)
oil on canvas
124.5 x 159.5 cm
National Gallery of Victoria, Melbourne
Purchased with funds donated by Allan Myers AO and Maria Myers AO, Alan and Mavourneen Cowen, the NGV Women's Association, Ross Adler AC, John Higgins, June and Neil Jens, Patrick Matthiesen, Naomi Milgrom AO, Bruce Parncutt and Robin Campbell, Andrew Sisson, Loti & Victor Smorgon Fund, Spotlight Stores Charitable Foundation and donors to the Orazio Gentileschi Appeal in honour of Dr Gerard Vaughan AM, Director of the National Gallery of Victoria (1999–2012), 2012
2012.193